Il 13 giugno più di venti ricercatori provenienti da Italia, Slovenia e Croazia si sono ritrovati per partecipare al primo evento di networking di LIFE Pinna, organizzato da Triton Research e Shoreline nella sede del BioMa dell’Area Marina Protetta di Miramare, sul litorale triestino. La mattinata è stata dedicata allo scambio di dati e informazioni tecniche tra i diversi progetti internazionali che stanno cercando di salvare dall’estinzione il più grande mollusco del Mediterraneo.
Dopo i saluti di benvenuto di Maurizio Spoto, direttore dell’Area Marina, e di Daniela Caracciolo, responsabile di progetto di Arpal e capofila di LIFE Pinna, è stato José Rafael García-March di IMEDMAR-UCV a iniziare le sessioni di approfondimento, presentando lo stato dell’arte del progetto a guida spagnola LIFE Pinnarca. Le biologhe Maria Paola Ferranti e Alice Oprandi dell’Università di Genova hanno poi presentato gli ultimi risultati raggiunti per LIFE Pinna nel mantenimento di alcuni esemplari di Pinna nobilis, in laboratorio e in mare e delle procedure utilizzate per tentare di ottenere la riproduzione in cattività del bivalve.
A seguire, Marco Sigovini del CNR ISMAR di Venezia ha illustrato le azioni del progetto italo-sloveno INTERREG IT-SI TRECap, che sta cercando di favorire la gestione transfrontaliera di tutte le aree protette dell’Alto Adriatico, per aumentare le possibilità di recupero delle specie minacciate come Pinna nobilis. Infine, Sandro Dujmović dell’ente Natura Histrica, ha presentato gli ultimi dati dei censimenti del bivalve in Croazia, dove l’epidemia è arrivata nel 2019, oltre alle attività messe in campo dai ricercatori e ai risultati della citizen science.
Nel pomeriggio i biologi si sono spostati al porticciolo di Grignano da dove si sono imbarcati, guidati da Saul Ciriaco e Marco Segarich di Shoreline, per un’escursione in mare nella scenografica cornice del Castello di Miramare. Giunti nell’area in cui Shoreline gestisce una nursery con alcuni esemplari di Pinna nobilis, i subacquei si sono immersi recuperando un paio di individui, di cui sono state prese le misure e verificato lo stato di salute, prima che fossero ricollocati nelle gabbie sommerse. Dopo anche un sopralluogo nella zona destinata ai collettori larvali, l’imbarcazione è rientrata in porto.
Il giorno seguente, 14 giugno, è stato dedicato al trasferimento a Pola, in Croazia, dove i ricercatori sono stati in visita all’acquario locale, accolti dalla proprietaria Milena Mičić. Nei laboratori hanno osservato le vasche destinate al mantenimento e alla riproduzione degli esemplari custoditi nell’acquario, i bioreattori con le colture di fitoplancton e zooplancton con cui provvedono alla dieta dei bivalvi e il laboratorio di analisi molecolari.